La rinascita del Loto di Romagna
Campagna cachi ormai al via: a colloquio con Enrico Bucchi, responsabile commerciale Italia Alegra
Sta per iniziare la campagna dei cachi da parte del Gruppo Alegra, uno dei maggiori player europei del comparto. Per delineare quanto potrebbe avvenire, interviene Enrico Bucchi, direttore generale Valfrutta Fresco e responsabile commerciale Italia Alegra.
Freshplaza (FP): La produzione dei cachi è solo romagnola oppure proviene anche da altre regioni italiane?
Enrico Bucchi (EB): I cachi commercializzati dal Gruppo Alegra sono principalmente coltivati in Emilia-Romagna: siamo riconosciuti come specialisti del caco romagnolo, ma abbiamo sviluppato anche collaborazioni al Sud, specialmente in Calabria, dove ad esempio a Castrovillari abbiamo un bell'impianto a corpo unico di 21 ettari per la produzione di Rojo Brillante in regime biologico. In Campania abbiamo poi il caco vaniglia, valorizzato con il brand Valfrutta Fresco.
FP: Quando inizierà la raccolta dei cachi per il gruppo Alegra?
EB: È questione di giorni. Se nel 2023 abbiamo dato il via alla campagna tra il 7 e il 9 ottobre, quest'anno potremmo anticipare leggermente. Sono in corso le ultime valutazioni qualitative per definire lo start esatto: prestiamo grande attenzione ai parametri chiave, per evitare debutti prematuri sul mercato e garantire ai nostri partner la qualità che ci contraddistingue. Una partenza giusta da un punto di vista qualitativo è la mossa migliore per impostare una campagna che possa dare soddisfazioni a tutta la filiera. Una strategia che parte proprio dal centrare il momento di raccolta più idoneo: gli ingressi speculativi sul mercato, con frutti non all'altezza delle attese del consumatore, generano solo un effetto boomerang.
FP: Quali previsioni avete per la raccolta dal punto di vista quantitativo rispetto agli ultimi anni?
EB: Nel nostro areale di riferimento c'è una situazione disomogenea: nella zona pianeggiante, colpita dalle grandinate, ci sono aziende che non dispongono di prodotto; mentre nelle zone collinari lo scenario è decisamente più produttivo. L'alluvione di metà settembre ha colpito alcuni soci, a cui va tutta la nostra vicinanza, e nelle aree dove c'è stata solamente una pioggia abbondante, questa da una parte favorirà il calibro, ma dall'altra potrebbe determinare una cascola significativa. Siamo quindi all'erta e a giorni la situazione dovrebbe essere più chiara. I volumi sono complessivamente interessanti e ci permetteranno di portare avanti la programmazione e di soddisfare una domanda che, visto il clima autunnale, già scalpita.
FP: Oltre al mercato italiano, quali sono le destinazioni estere?
EB: Ragionando per quote, il mercato estero assorbe circa un 30% dei nostri volumi complessivi di cachi, mentre fino a qualche tempo fa oscillava attorno al 15%. Negli ultimi anni le esportazioni sono cresciute parecchio, soprattutto per il Loto di Romagna, un frutto morbido che sta vivendo una vera e propria rinascita: abbiamo riavviato collaborazioni importanti con la Svizzera, una piazza che storicamente apprezza questo frutto; e poi in Francia abbiamo trovato catene disponibili a riconoscere a questa referenza il giusto valore, e insegne particolarmente interessate al caco al cucchiaio, maturato con tutte le competenze che il nostro Gruppo ha sviluppato negli anni. Questo è un percorso che ci riempie di soddisfazione perché ci dà distintività. Per quanto riguarda il caco a polpa soda, l'export dipende dalla penetrazione e dalla pressione commerciale che la Spagna esercita nel Nord Europa: della nostra produzione di Rojo brillante una quota importante, che si avvicina al 60%, è indirizzata all'export.
FP: Quali sono le proporzioni fra Caco tipo e Rosso Brillante?
EB: Attualmente, le superfici si attestano intorno a 300 ettari, di cui circa il 60% sono Loti di Romagna e il resto Rojo brillante. I cachi a polpa soda cerchiamo di veicolarli, per quanto possibile, con il marchio Valfrutta Fresco perché, vista l'alta presenza del prodotto spagnolo nel mercato italiano, diamo al consumatore un messaggio chiaro di identità e italianità dei nostri frutti.
Qualche anno fa, le attenzioni erano concentrate sul Rojo brillante, che ha indubbi vantaggi in termini di gestione vista la sua buccia spessa, la resistenza alla manipolazione e il colore attrattivo: ci si aspettava una spallata nei confronti del caco tipo ma oggi la situazione è diversa. Notiamo, infatti, un ritorno di interesse, anche importante, delle catene sul caco tradizionale.
FP: Voi siete un player che, per quantità, può condizionare il mercato: in genere fino a che mese avete prodotto disponibile per la vendita?
EB: La campagna ha una durata di otto settimane e normalmente si chiude nella prima di dicembre. Per quanto riguarda i Loti di Romagna, confezioniamo il 95% dei volumi e, sul fronte del pack, manteniamo la linea del vassoio quattro frutti in R-Pet, vista la delicatezza del prodotto, che è poi la scelta prevalente delle Private label: gestiamo infatti prodotti di filiera e per la distribuzione siamo un solido riferimento. Il vassoio due frutti è invece storicamente gestito a marchio Valfrutta Fresco.
Il Rojo brillante, invece, ha una quota confezionata inferiore, perché può essere commercializzato anche in un alveolo monostrato. Stiamo valutando alcune alternative alla classica padellina da due chili, ragionando su confezioni che possano ottimizzare l'incidenza del costo dell'imballaggio e, allo stesso tempo, valorizzare i calibri più piccoli.
Cristiano Riciputi- Fresh Plaza