Agrintesa, in festa per i 10 anni 'percorsi insieme'
È un anniversario decisamente importante quello celebrato ieri da Agrintesa presso la propria sede di Faenza, davanti ad una folta rappresentanza di soci, dirigenti e dipendenti e alla presenza di diverse autorità.
Sono ormai passati 10 anni da quando il 7 maggio 2007 al cospetto di un notaio di Lugo, nel ravennate, tre importanti cooperative del comparto agroalimentare emiliano-romagnolo – Intesa, Agrifrut, Emiliafrutta – davano vita a Agrintesa. La cooperativa di primo grado, associata ad Apo Conerpo e Confcooperative, ad oggi è protagonista del settore nazionale e non, con 4.000 produttori, 2.000 dipendenti e un valore della produzione di oltre 290 milioni di euro grazie alla commercializzazione di 295 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli e 1.350.000 ettolitri di vino venduti in 50 paesi al mondo. Un vero successo festeggiato ieri a Faenza alla presenza di una folta rappresentanza di soci, dirigenti e dipendenti, oltre a autorità locali e numerosi rappresentati del settore. Sul palco, coordinati dal noto volto televisivo Patrizio Roversi, si sono avvicendati Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, Maurizio Gardini, presidente Nazionale di Confcooperative, Davide Vernocchi, coordinatore settore ortofrutta Alleanza Cooperative, oltre al presidente e al vice presidente di Agrintesa Raffaerle Drei e Pier Giorgio Lenzarini, il direttore generale Cristian Moretti e il suo predecessore Gianni Amidei.
“Sono stati anni controversi sul piano internazionale, durante i quali il comparto ortofrutticolo è stato interessato da profondi cambiamenti, talvolta radicali”, ha affermato Drei. “L'apertura di nuovi mercati, l'innovazione varietale e nuove pratiche agronomiche hanno creato diverse opportunità commerciali; per contro, però, si è assistito ad una competitività sempre più spinta tra le diverse aree di produzione, talvolta sfociate in pericolose crisi di mercato. Nonostante tutto i risultati conseguiti dimostrano il grande dinamismo della cooperativa e dei suoi soci, che hanno sempre continuato a credere ed investire nelle loro attività, puntando con decisione sull'innovazione e specializzazione”.
“Le scelte compiute nel 2007 – ha sottolineato il direttore generale Moretti – hanno anticipato questi mutamenti e la nostra azienda ha così mostrato di poter affrontare con successo le nuove sfide del mercato globale, sempre più complesso. Gran parte degli obiettivi indicati dal Piano Industriale – ha aggiunto il manager – sono stati raggiunti. Negli anni è cambiato sensibilmente il catasto dei soci: alle significative riduzioni delle superfici coltivate a pesche e nettarine si è affiancata la crescita di altre specie quali albicocche, susine, ciliegie e kiwi (verde e giallo). In questi anni sono stati avviati numerosi progetti produttivi, che hanno interessato in particolare kiwi giallo, susine, albicocche tardive, kaki a polpa soda, melo, nuove varietà di pero, nuovi cloni di vigneto.
Parallelamente a questi piani di trasformazione realizzati dai soci – ha aggiunto Moretti – la cooperativa ha ristrutturato e concentrato i propri stabilimenti ortofrutticoli, passati dai 15 esistenti prima della fusione agli attuali 6. Inoltre nello stabilimento di Castelbolognese – ha annunciato – saranno inseriti nuovi impianti di lavorazione altamente innovativi e tecnologici dedicati al kiwi. Tutto ciò quindi testimonia anche la determinazione della base sociale a condividere le riconversioni varietali suggerite da Agrintesa per rispondere ai nuovi stili di consumo”.
La chiave del successo di Agrintesa, parte del suo DNA, è chiara e palese a tutti ed è racchiusa nella parola ‘Insieme'. “Nel 2007, il payoff di Agrintesa era ‘Insieme più grandi'; 10 anni dopo la stessa parola è ancora protagonista con ‘percorsi insieme'. Ormai è chiaro che la cooperativa cambia le regole della matematica e uno più uno non fa due ma due e mezzo”, ha concluso Moretti, anticipando le considerazioni dell'ex direttore generale, a cui nel 2013 è subentrato, Gianni Amidei. “Non è questione di essere maghi o preveggenti, si tratta solo di osservare il mercato e le direzione verso cui si sta andando. L'arrivo della Spagna negli anni ottanta/novanta e il crescente potere della grande distribuzione avevano portato enormi cambiamenti; il mondo si trasformava e ci imponeva di adattarci a tali mutamenti, diventando più grandi per dare risposte diverse. Non sempre è stato facile ma siamo riusciti nei nostri intenti e insieme abbiamo affrontato, meglio di altri, le difficili congiunture economiche degli ultimi anni”.
Prima della chiusura dei lavori, lo storico manager non ha risparmiato una stoccata al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. “Anche nell'ambito delle fiere dobbiamo unirci e superare quella che è l'impostazione del sistema attuale realizzando un evento di carattere nazionale, come ci meritiamo. E Lei, presidente, deve operarsi a farlo perché altrimenti non ci riusciamo”. “Siamo pronti a lavorare per creare una unica holding che accorpi tutte le più importanti fiere in Regione. L'aggregazione è un tema chiave anche in questo caso”, ha replicato Bonaccini.
Articolo pubblicato su Corriere Ortofrutticolo il 29/5/2017.