«Burian» mette all'angolo il kiwi
Preoccupazione per gli effetti delle temperature minime che si stanno registrando negli ultimi giorni sia in Romagna sia nel Sud Italia.
"Sono molto preoccupato per gli effetti delle temperature minime che si stanno registrando negli ultimi giorni sia in Romagna sia nel Sud Italia, in particolare per quanto riguarda gli impianti di kiwi più giovani". Così Ugo Palara, responsabile dell'Ufficio tecnico della cooperativa Agrintesa, spiega come la situazione per il kiwi sia critica. "Questa ondata di gelo siberiano - evidenzia Palara - mi sembra abbastanza pesante. Lunedì nel Faentino le temperature non sono mai andate sopra lo zero per tutta la giornata, con punte notturne di meno 7,5 gradi centigradi. Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) c'è stato molto freddo. Meno sei o meno sette gradi sono sostenibili per un impianto di kiwi, ma se si va oltre bisogna cominciare a preoccuparsi". "Oltre ai problemi di natura fisioligica delle piante, il freddo può poi avere effetti collaterali derivanti da elementi patologici, come ad esempio la batteriosi. Stiamo andando incontro a una stagione che non ci aiuta da nessun punto di vista". Per capire l'entità di eventuali danni da gelo, bisognerà attendere il rialzo delle temperature, quindi almeno una settimana o dieci giorni. La situazione sembra complicata anche nell'areale laziale di Latina, dove la notte scorsa il termometro è sceso fino ai meno otto gradi. Secondo Gianni Procacci, agrotecnico dell'Op Zeoli Fruit, "il maggiore pericolo riguarda lo sviluppo del batterio Psa, il quale potrebbe trovare le condizioni ideali per diffondersi. Gli impianti di kiwi adulti sono forti e per subire danni consistenti, dovrebbero stare alcuni gradi sotto lo zero termico per almeno un giorno intero. È difficile che ciò si verifichi nella nostra zona".
Articolo pubblicato su Italiafruit News il 28/02/2018. |