Con i contratti di filiera il prezzo della frutta viene stabilito prima
Sono 800 gli ettari di frutteto che Conserve Italia destina alla produzione di succhi di frutta.
Con una quota di mercato, fra succhi e nettari di frutta, che supera il 40% nell'Horeca, e un elevatissimo indice di penetrazione nelle famiglie italiane, Conserve Italia è al primo posto nelle vendite e raggruppa in sé marchi come Valfrutta, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani che rappresentano la storia della trasformazione della frutta in un prodotto da bere pronto per il consumo. Ma se i marchi sono conosciuti da tutti, pochi conoscono la filiera che sta alle spalle di ogni singola bottiglietta di succo di frutta. "Tutto parte da un'elevata qualità in campo - esordisce Francesco Bassi, direttore dello stabilimento di Barbiano (Ravenna) - perché nella nostra filosofia può essere trasformata in succhi solo la frutta che risponde a due requisiti: sana e matura. Non per nulla, i frutteti di produzione devono essere ubicati entro un raggio di una sessantina di chilometri dallo stabilimento, in modo che dalla raccolta alla trasformazione trascorra il minor tempo possibile". I numeri di Conserve Italia sul fronte dei succhi e nettari di frutta sono impressionanti: 150 milioni di litri prodotti all'anno, ricavati da 45mila tonnellate di frutta fresca, 413 milioni di pezzi fra bottiglie in vetro, pet e brik di varie dimensioni. Un aspetto interessante che coinvolge i produttori è rappresentato dai progetti di filiera. Circa 800 ettari di frutteto di agricoltori che fanno parte del gruppo Apo Conerpo sono dedicati alla produzione di frutta per la trasformazione. Le referenze sono pesche, pere, mele e albicocche. "E per ottenere succhi e nettari di qualità - precisa Bassi - dobbiamo avere varietà aromatiche e con elevato °Brix. Non importa molto la pezzatura o la perfezione della forma, dato che il tutto viene destinato alla trasformazione. A tal fine abbiamo valorizzato vecchie varietà, ritenute non idonee per il fresco, ma dall'elevato standard sensoriale, tipo Redhaven, Glohaven, Maria Marta e Suncrest". I produttori coinvolti hanno un prezzo minimo garantito che permette loro un reddito certo e sicuro. E si tratta di contratti pluriennali, praticamente validi per tutta la durata del frutteto. Visto il successo dei progetti che hanno interessato pesche gialle e percoche, negli ultimi anni il Gruppo cooperativo ha acceso i riflettori su altre tre produzioni: pere Williams, albicocche da crema e nettarine da crema. "Gli impianti di pere Williams a destinazione sciroppo sono stati realizzati tre anni fa e l'anno scorso sono arrivate le prime consegne - spiega Daniele Piva, responsabile del Servizio Agricolo Frutta di Conserve Italia - Sono interessati 115 ettari, 54 aziende agricole e 7 cooperative, e abbiamo l'obiettivo di 4.500 ton nel giro di cinque anni. Nelle albicocche da crema, gli ettari sono invece 140, le aziende agricole 79 e le cooperative 8. Qui puntiamo a 4.000 ton. Infine ci sono le nettarine da crema, piantate due anni fa e che quest'anno daranno il primo prodotto, con 33 aziende interessate e 4 cooperative per un totale di 55 ettari". Un altro progetto di filiera è dedicato alle coltivazioni biologiche di albicocche, pere Williams, pesche gialle e mele tipo Golden; circa 100 gli ettari messi a coltivazione, con le prime produzioni in arrivo fra tre anni. Inutile dire che tutte le coltivazioni sono seguite dai tecnici delle cooperative cui fanno capo gli agricoltori, in modo che tutta la filiera sia sotto controllo e seguita passo dopo passo. "Dal punto di vista delle referenze - aggiunge Bassi - considerando i vari mix, le tipologie di succhi e nettari, i diversi formati, siamo a quota 400 tipi diversi. Nel nostro stabilimenti di Barbiano, che è il cuore storico di Conserve Italia, lavoriamo 24 ore su 24 su tre turni, 5 giorni la settimana per un totale di 240 dipendenti fra fissi e stagionali. In totale gli stabilimenti per la trasformazione dell'ortofrutta, pomodoro compreso, sono nove".
Articolo pubblicato su Fresh Plaza il 30/11/2018. |