Noci, qualità al top in Romagna

L'innovazione non si ferma mai in casa New Factor: l'azienda sta infatti realizzando una nuova linea di sgusciatura nello stabilimento di San Martino di Forlì, centro di raccolta e lavorazione delle noci prodotte nell'ambito del progetto In-Noce, realizzato assieme alla cooperativa Agrintesa.

Noci, qualità al top in Romagna

L'innovazione non si ferma mai in casa New Factor. L'azienda guidata da Alessandro Annibali sta infatti realizzando una nuova linea di sgusciatura nello stabilimento 4.0 di San Martino di Forlì, centro di raccolta e lavorazione delle noci prodotte nell'ambito del progetto In-Noce, realizzato assieme alla cooperativa Agrintesa e a diciannove aziende agricole emiliano-romagnole. Un progetto di filiera che, oggi, rappresenta un totale di 260 ettari.

"Lo stabilimento è fatto per lavorare 1.500 tonnellate di noci in guscio in una stagione di raccolta normale di 45 giorni. Attualmente ne lavoriamo circa 300 tonnellate, quindi nei prossimi anni prevediamo di quintuplicare i quantitativi", ci ha spiegato Annibali durante la 15esima Giornata della Noce organizzata venerdì scorso nell'azienda di San Martino. "Presto, sempre per restare sul tema dell'innovazione, lanceremo nuove barrette a base di noci di Romagna, destinate al target degli sportivi".

L'annata, intanto, è partita con le prime raccolte che, ora, proseguiranno per tutto il mese di ottobre. In questa fase fenologica, non sembra che la cimice asiatica (molto presente al Nord Est) stia creando danni alle noci. "Qui in Emilia-Romagna - ha aggiunto l'Ad di New Factor - si prevede una produzione di noci Chandler e Howard inferiore del 15-20% rispetto all'anno scorso, a causa della mancanza di impollinazione nel mese di maggio, quando è costantemente piovuto. La qualità che stiamo vedendo è ottima". Diverso è il discorso in Veneto, dove si sta assistendo un vero e proprio crollo produttivo per la varietà Lara: "In questa Regione i volumi scenderanno del 50%", ha evidenziato Annibali. 

Presente all'iniziativa Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa, che ha spiegato: "Crediamo fortemente nel progetto congiunto sulle Noci di Romagna. La nostra cooperativa oggi coltiva a noce poco meno di 150 ettari, principalmente nel Ravennate e nel Ferrarese. Ma vorremo superare i 200 ettari a breve, con l'obiettivo di arrivare a 300 ettari nel giro di qualche anno. I nostri impianti sono ancora tutti giovani: quest'anno, in particolare, pensiamo di conferire a New Factor dalle 60 alle 70 tonnellate di prodotto". 

"Sul mercato italiano - prosegue Moretti - si registra un grande interesse per una noce nazionale di alta qualità. Questa coltura può essere una alternativa molto interessante per i nostri soci frutticoltori. Abbiamo visto che il noce si adatta bene al clima della Romagna, ha un potenziale produttivo elevato e la qualità fa la differenza".

Quello della noce è dunque un mercato che offre grandi prospettive. L'Italia oggi rappresenta solo l'1% della produzione mondiale, 15mila tonnellate prodotte, a fronte di un consumo di 55mila tonnellate, contro le 80mila tonnellate degli anni Sessanta e le oltre 40mila del 1980. Nel mondo le tonnellate prodotte nel 2018/19 sono state 2.022.500 con una previsione di 2.259.465 per il 2019/20 (+11,7%). Paesi come il Cile hanno registrato veri e propri record quintuplicando la produzione e arrivando a posizionarsi fra i maggiori produttori insieme a Cina, Usa, Iran, Ucraina e Francia.

“La Cina detiene il primato a livello quantitativo, ma assorbendo tutto il mercato interno non esporta - ha rimarcato Annibali - A giocare la parte da leone è la California, che registra il 49% della produzione mondiale (secondo Paese al mondo), esporta il 66% della propria produzione e da cui l'Europa attinge l'80% del suo fabbisogno. L'Europa resta fortemente deficitaria con produzioni in FranciaSpagna Italia che soddisfano meno del 20% del proprio fabbisogno. L'Europa dell'Est, in particolare l'Ucraina, ma anche la Moldavia, la Romania, l'Ungheria e la Georgia, producono per lo più noci selvatiche, dal guscio durissimo e difficilmente commercializzabili in guscio, sebbene anche in questi Paesi si stiano impiantando nuove varietà come la Chandler, Howard, Lara e Tulare".

Della produzione italiana, 10mila tonnellate provengono dall'area Vesuviana, dove da sempre si produce la noce di Sorrento, ottima di sapore e piccola di pezzatura essendo gestita in modo non meccanizzato, non irriguo e non intensivo. "La Romagna, grazie alla vocazione dei propri terreni e alle capacità dei propri agricoltori, ha tutte le carte in regola per diventare un primario produttore europeo di noci di altissima qualità e per soddisfare sia il fabbisogno nazionale che europeo - ha concluso Annibali - Siamo convinti che facendo sistema fra coltivatori e produttori, come sta accadendo con il progetto In-Noce, il nostro territorio sia l'ideale punto riferimento per la filiera della noce in Italia ed Europa. Ricerca, produzione, lavorazione fino alla commercializzazione: New Factor mette a disposizione la propria esperienza in tutte le fasi della filiera con assistenza tecnica specializzata”.

 

Articolo pubblicato su Italiafruit News il 07/10/2019.


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