Consorzio Opera: bilancio dei primi 4 anni e considerazioni
I risultati dell'esercizio 2018/19 e alcune considerazioni sul primo quadriennio di attività e sul futuro del Consorzio Opera.
Mercoledì 29 maggio 2019 - esattamente quattro anni dopo la costituzione del Consorzio Opera - il Consiglio di Amministrazione si è riunito per discutere i risultati dell'esercizio 2018/19 e del primo quadriennio di attività e per ragionare del futuro. L'analisi dei dati dimostra che durante questi primi 4 anni di attività di Opera - nonostante il livello di aggregazione dell'offerta che i produttori di pere italiane sono stati in grado di raggiungere attraverso Opera (circa il 26,5% del totale della produzione nazionale di pere) sia di gran lunga inferiore a quello necessario per poter incidere sulle dinamiche di Mercato - la liquidazione media erogata ai pericoltori aderenti al Consorzio è aumentata di oltre 2.000 euro l'ettaro/anno rispetto a quella media dei quattro anni precedenti alla costituzione di Opera. E - in considerazione del fatto che durante gli ultimi quattro anni nel settore del pero non si sono verificati fatti favorevoli rilevanti, ma anzi sono progressivamente aumentate le difficoltà sia nella fase di coltivazione che in quella di condizionamento delle pere - il CdA ritiene che il sopracitato incremento di liquidazione media per ettaro rispetto agli anni precedenti sia correlabile esclusivamente all'efficientamento delle attività ottenuto da Opera. Il CdA ritiene inoltre che l'attività di Opera abbia determinato, come era prevedibile che fosse, una nuova situazione del mercato delle pere tale per cui il beneficio in termini di liquidazione generato per i propri soci si sia sostanzialmente esteso anche a tutti i produttori di pere che hanno deciso di non aderire al Consorzio, i quali quindi hanno probabilmente beneficiato di un analogo miglioramento dei propri risultati economici. Dal momento che in Italia si coltivano oltre 28.000 ettari di pero, sembra quindi ragionevole stimare che l'attività di Opera abbia prodotto un beneficio economico di diverse decine di milioni di euro l'anno per il settore della pericoltura italiana, nonostante tutte le difficoltà esterne ed interne che hanno interessato, e continuato ad interessare il settore stesso. I progetti avviati Il CdA di Opera è perfettamente consapevole che i risultati di cui sopra sono ancora largamente insufficienti per poter dare sostenibilità economica alle aziende frutticole che coltivano pero ed è proprio per questo che ha da tempo avviato importanti progetti finalizzati a testare nuove varietà di pero e a migliorare le performance produttive degli impianti esistenti; individuare soluzioni ad alcuni emergenti problemi fito-sanitari e nuove tecniche di conservazione allo scopo di migliorare le caratteristiche estetiche ed organolettiche dei frutti; sostenere i consumi di pere attraverso una visibile attività di comunicazione B2C; migliorare la produttività di tutte le fasi del ciclo produttivo. Di particolare rilievo in tal senso è la definizione di un progetto di rete tra due dei più importanti soci di Opera (le Cooperative Patfrut e Perarte) allo scopo di gestire il primo Centro di Confezionamento Opera che, già dall'estate 2019, vedrà la centralizzazione della selezione e del confezionamento di oltre 30.000 tons di pere in uno dei primissimi impianti ad alta tecnologia installati in Europa. Il Centro di Confezionamento Opera, situato in provincia di Ferrara, grazie alle dotazioni elettroniche di cui è dotato, consentirà al tempo stesso sia di migliorare gli standard di selezione dei frutti - fornendo così un servizio migliore ai clienti – sia di ridurre i costi di gestione, consentendo un miglioramento del ritorno economico ai frutticoltori. Coerentemente con la visione inclusiva che ha caratterizzato Opera sin dal momento della sua costituzione, il Centro di confezionamento Opera potrà essere utilizzato da tutti i frutticoltori associati o singoli che decideranno di aderire al contratto di rete. Alcune considerazioni Il CdA ha preso atto della recente decisione assunta da alcuni soci di non proseguire insieme il percorso intrapreso. Nonostante tali scelte non determinino variazioni sostanziali dell'assetto del Consorzio (si stima che la rappresentatività di Opera dalla prossima stagione passerà dall'attuale 26,5% circa al 22,5% circa della produzione italiana di pere) al CdA di Opera dispiace constatare come di fronte alla ricerca di maggiore efficienza attraverso la concentrazione delle attività che è in atto in molti i settori (per esempio in quello dell'automobile o dell'industria agro-alimentare, e soprattutto in quello della Grande Distribuzione Organizzata con i casi Conad-Auchan, Md-Gruppo Abate, Sainsbury's-Asda etc etc), parte del mondo frutticolo ritenga che il modo migliore per reagire non sia quello di fare altrettanto, aumentando il già scarso livello di aggregazione esistente, ma addirittura quello di smontare parte dell'aggregazione che è stata finora realizzata. Il CdA di Opera ritiene invece che gli interessi di lungo termine degli agricoltori non si perseguano riducendo il livello di aggregazione, ma al contrario aumentandolo, ricercando senza tregua ogni possibile ambito di miglioramento della produttività e continuando a garantire a tutti i frutticoltori consorziati pari dignità e massima trasparenza sui reali risultati economici.
Articolo pubblicato su Italiafruit News il 31/05/2019. |