Sangiovese, sfida all'ultimo calice
Romagna e Toscana a confronto: a Modigliana una "competizione" per valorizzare l'eccellenza del vitigno.
Sangiovese di Romagna, anzi di Modigliana, a confronto coi sangiovesi di Toscana, dal Chianti Classico a Montalcino. Né vincitori né vinti. Una affollatissima degustazione, tanti reciproci complimenti, poi tutti insieme per le vie del paese ad assaggiare le nuove annate Modigliana 2017 e la Riserva 2015. Le diverse espressioni del Sangiovese si incontrano qui, nel capoluogo di quella che fu la Romagna toscana, soggetta alla Signoria fiorentina dal 1377, fino al 1923 provincia di Firenze, poi Mussolini la volle inglobare nella natìa provincia di Forlì allargata alle valli di Marzeno, Montone e Savio. Un territorio con due cuori, dove i cipressi e gli ulivi toscani incontrano le vigne di Sangiovese. Suoli poveri, scoscesi, vini di roccia (marne e arenarie) che regalano austerità e sapidità, mentre nelle prime colline le argille danno più frutto, più opulenza, tannini morbidi. Modigliana stella nascente dell'Appennino, anzi già nata, se è vero che nella classifica Top50 dei migliori vini d'Italia c'è un solo rosso per l'Emilia Romagna: è il Sangiovese Vigna 1922 di Torre San Martino, sottozona Modigliana. «C'è un racconto nuovo in Romagna ed è quello di Modigliana», dice Giorgio Melandri, wine writer e organizzatore dell'evento con l'agronomo e wine maker Francesco Bordini. «Nuovo perché racconta un territorio diverso nei suoli e nel microclima, nuovo per lo stile elegante dei vini, ma soprattutto perché ribalta il vecchio paradigma con il quale la Romagna ha comunicato fino a qui. Si parla di territorio e non di marchi. I marchi, ovvero le aziende, vengono solo dopo, come interpreti dei valori stilistici territoriali. È una piccola rivoluzione, speriamo un buon esempio per tutte le sottozone della Romagna». Dieci cantine del territorio (Agrintesa, Balìa di Zola, Castelluccio, Il pratello, Il teatro, La casetta dei frati, Lu.Va., Mutiliana, Torre San Martino e Villa Papiano) si sono messe in gioco affrontando la Toscana più blasonata. Dal Chianti Classico le maison Poggerino, Bibbiano e Felsina; da Montalcino Le Potazzine, Le Chiuse e Castiglion del bosco; dall'Amiata Castello di Potentino, Casavyc, ColleMassari, Basile e Peteglia. Niente voti né classifiche alla fine. Solo storie e territori diversi. Molte affinità coi sangiovesi dell'Amiata, condizionati da altitudine, terreni poveri e bosco. La geografia del sangiovese ha tante espressioni: servono viaggiatori curiosi.
Articolo pubblicato su Il Resto del Carlino il 26/09/2018. |