Ser.mac «fa bingo» con il kiwi
L'azienda cesenate Ser.mac firma la tecnologia del maxi-impianto di Agrintesa inaugurato sabarto scorso.
Una complessa rete neurale in grado di vedere meglio dell'occhio umano eventuali zone difettose di tessuto organico e di tradurle in immagini digitali. HDiA (High definition innovative agrovision), questo il nuovo sistema di visione sviluppato e brevettato da Ser.mac per il controllo in linea dei prodotti ortofrutticoli, è stato installato nello stabilimento di Agrintesa a Castel Bolognese (Ravenna) inaugurato sabato scorso. Più precisamente, il nuovo impianto è equipaggiato con questo sistema innovativo che permette di analizzare il frutto nella sua completezza per cogliere anche le minime difformità rispetto allo standard, riducendo sprechi e tempi macchina degli strumenti di visione esistenti. Su questa nuova linea il sistema qualità della macchina procede alla rilevazione di tutte le variabili e dei difetti esterni, ma anche della qualità interna del singolo frutto, ovvero è in grado di identificare anche le anomalie della polpa del frutto: parti morbide, ammaccature, danni da insetto, marcescenze, sovramaturo. “L'intera linea è stata progettata e realizzata ad hoc e in stretta sinergia con Agrintesa per soddisfare le specifiche esigenze della cooperativa faentina – spiega a Italiafruit News Stefano Crociani, amministratore delegato di Ser.mac - L'intero processo di lavorazione è industrializzato in modo da garantire sia gli alti volumi di produzione, sia la riduzione dei costi di lavorazione, senza rinunciare però alla delicatezza, che assicura la qualità del prodotto offerto al consumatore”. E il magazzino di Agrintesa può migliorare ulteriormente l'efficienza dei processi e la qualità del prodotto lavorato, in particolare kiwi giallo G3 e verde Hayward. Tutte le fasi, dunque, sono automatizzate e l'impianto è in grado di garantire la completa tracciabilità del prodotto. “Si tratta - prosegue Crociani - del più grande impianto europeo per la lavorazione dei kiwi. L'impianto di precalibratura è composto da due calibratrici (ciascuna dotata di otto linee) e una capacità oraria complessiva di 40 tonnellate. Il prodotto è preselezionato dall'HDiA e suddiviso, in base alle selezioni, su 32 uscite. La linea di confezionamento, invece, è formata da due sistemi, anch'essi in parallelo, con una potenzialità di 18-20 tonnellate l'ora, sempre all'insegna della delicatezza e della qualità dei prodotti”. “La nuova linea di lavorazione dispone di un rovesciamento graduale del prodotto nella fase di alimentazione e, per la tutela delle operatrici, di banchi di selezione dotati di un impianto centralizzato di aspirazione dei residui dei kiwi dispersi nell'aria. Altra peculiarità innovativa è data dalla nuova tazzina Ca.Ro. 80 che permette una migliore rotazione dei singoli frutti che possono così essere analizzati a 360 gradi dal sistema di visione. Anche il comparto dedicato al confezionamento è stato progettato cercando di fornire maggiore comfort alle operatrici, grazie alla presenza di postazioni di lavoro ergonomiche”. L'impianto, poi, può adattarsi a molteplici tipologie di packaging, garantendo maggior flessibilità in questa fase: dal riempimento di bins con la tecnologia Genius (che permettono una concreta riduzione del numero di cadute, progettati per tutelare l'integrità dei frutti, ndr), fino alle casse con il prodotto alla rinfusa – conclude l'Ad di Sermac – A completare il tutto sempre corredato di tracciabilità di bordo ed etichettatura automatica, ci sono i pallettizzatori con falda intermedia e le reggiatrici con metti-angolare di ultima generazione.
Articolo pubblicato su Italiafruit News il 2/10/2017. |