Zespri avvia ufficialmente la raccolta di kiwi Sun Gold in Italia con un viaggio organizzato

Dicono in Zespri che "la qualità si fa in campo". Per questo, l'avvio della raccolta del kiwi a polpa gialla Sun Gold, è stata occasione per un coinvolgente viaggio organizzato dalla multinazionale neozelandese alla scoperta del kiwi italiano​.

Zespri avvia ufficialmente la raccolta di kiwi Sun Gold in Italia con un viaggio organizzato

Dicono in Zespri che "la qualità si fa in campo". Per questo, l'avvio della raccolta del kiwi a polpa gialla Sun Gold, è stata occasione per un coinvolgente viaggio organizzato dalla multinazionale neozelandese alla scoperta del kiwi italiano nelle campagne dell'Agro Pontino.

"Zespri è il marketer leader mondiale con il 30% del mercato, pari a un fatturato di 2,3 miliardi di dollari neozelandesi (1,6 mld di euro)", spiega Marino Silva. Silva è il market manager nell'area mediterranea per conto di questa multinazionale di proprietà di 2500 coltivatori delle isole oceaniche agli antipodi dell'Italia che, nel '97, decisero di lanciare il marchio per una strategia di commercializzazione che coprisse l'intero anno. Per questo è cruciale la sinergia con i produttori italiani con i quali "coprire la controstagione", continua Silva: da maggio a novembre si vende il prodotto dell'"altro mondo", da novembre ad aprile quello nostrano".

Buone le pezzature e i prezzi: per il giallo si preannuncia una campagna di successo mentre per il kiwi verde si prevede un'altra annata meno brillante, per via di un formato che ancora risente degli strascichi della gelata del 2017 e del freddo della scorsa stagione.

Per quel che riguarda Zespri, il 2018 significa 30mila tonnellate di Sun Gold italiano, +70%, prodotte su 2600 ettari, che aumenteranno ancora entro il 2019, mentre 120 sono gli ettari dedicati alla coltivazione biologica. "Un passo ulteriore verso l'obiettivo delle 50mila tonnellate in 3 anni, ossia il 40% del nostro fatturato, per questa varietà lanciata in Italia da quattro anni".

"Il kiwi Sun Gold - dice a sua volta Dario Vegetti, supply chain manager - è una varietà esclusiva, più dolce e rinfrescante, ottenuta con incroci naturali, assolutamente no ogm, grazie alla collaborazione con il Plant & Food Research della Nuova Zelanda". Per quanto riguarda il green, sono targate Zespri il 10% delle 370mila tonnellate prodotte in Italia, il maggior produttore mondiale (con l'eccezione del pianeta Cina, ancora misterioso e impenetrabile alle statistiche) sebbene la percezione dei consumatori e la sua collocazione in alcuni ambiti della Gdo sia ancora quella di un frutto esotico.

"Tutto il prodotto è altamente selezionato con rigidi criteri per ottenere il bollino Zespri, grazie alle procedure di trattamento e controllo degli impianti. L'alta qualità è la condizione per reggere su mercati lontani", aggiunge Vegetti, ricordando la distanza della Nuova Zelanda da ogni altro mercato e i 28 giorni di navigazione che separano i kiwi di quel paese dai nostri scaffali. L'80% della produzione è destinata all'esportazione. È un mercato ancora da esplorare, se si pensa che in Italia il consumo medio di kiwi è di 1 kg l'anno a fronte, ad esempio di 40 kg di mele; in Germania si raddoppia, mentre negli States l'americano medio consuma appena 300 grammi di kiwi sebbene, in particolare il Sun Gold, sia fonte di fibre, potassio, particolarmente ricco di vitamina C (161 mg per 100 g), di acido folico, con solo 79 kilocalorie per etto e un basso impatto glicemico; facilita la digestione perché è l'unico a contenere actinidina (un enzima che facilita la digestione delle proteine) e ha un blando effetto lassativo.

"È necessario uscire dal campo con standard elevati, al fine di avere il massimo potenziale della qualità per il consumatore", spiega Riccardo Spinelli, tech transfer & development manager per Zespri. Spinelli è uno dei tecnici di campagna che affiancano le OP e le aziende facendo da trait d'union tra gli ambiti della ricerca scientifica e l'agricoltore, per ottenere il raggiungimento dei parametri. Solo il 5% del prodotto, infatti, non rientra nella I categoria, l'unica a ottenere la bollinatura Zespri. Un risultato che si deve a una combinazione che, nell'agro pontino, si realizza con pienezza: terreno molto drenante, subacido, con alta presenza di sostanza organica, non a rischio di gelate e con un'avanzata professionalità del tessuto agricolo grazie alla quale, mezzo secolo fa, sono stati possibili i primi impianti di kiwi.

Lo sbarco di Zespri, dodici anni fa, ha messo in connessione i 2500 coltivatori neozelandesi proprietari del marchio, con seicento colleghi italiani con cui la multinazionale ha un contratto di produzione in esclusiva. Gli scambi di visite e di know how sono una delle buone pratiche che caratterizzano la relazione tra i due emisferi. Il sistema Zespri - presente anche in Emilia-Romagna, Basilicata, Calabria, Veneto, Piemonte - prevede il controllo totale e diretto della filiera, dal campo alla commercializzazione grazie a un team di 35 tecnici di campagna e al controllo della qualità del prodotto condizionato e poi nei centri di distribuzione. Diventa kiwi Zespri solo quel prodotto capace di raggiungere gli standard di sostanza secca (tutto ciò che non è acqua), di grado zuccherino e di calibro. "Con l'uniformità - precisa Silva - cerchiamo di assicurare la stessa esperienza di gusto al consumatore".

Il calibro, che varia da paese a paese a seconda delle richieste dei mercati, dipende dalle operazioni di diradamento, ossia dalla quantità di frutta lasciata a maturare sulla pianta, dal rapporto tra piante maschio/femmina - i kiwi non sono ermafroditi - mentre la qualità del lavoro è certificata GlobalGAP (Good agricultural practices) e GRASP (che si focalizza sulla valutazione di indicatori di base sui potenziali rischi sociali a livello delle aziende agricole).

Zespri, inoltre, adotta un disciplinare più rigido di quello della Regione Lazio per evitare residui di fitofarmaci. "L'impatto reale è bassissimo - continua Spinelli - l'obiettivo di residui zero è possibile grazie all'adozione di barriere meccaniche per contrastare la cimice asiatica e dall'utilizzo di trappole per le mosche". "Tutto ciò è possibile anche grazie a una formazione "spinta", dalla cooperativa al produttore, per applicare prodotti tipici dei protocolli dell'agricoltura biologica", dice Fabio Marocchi di Apofruit Cesena che, nella provincia di Latina, associa 450 agricoltori, 80 dei quali produttori di Sun Gold. Una coltivazione che richiede dai 16 ai 18mila euro di investimento per ettaro, al netto degli ammortamenti, e che consente un PLV (produzione lorda vendibile) fino a 40mila euro.

La gestione sostenibile dei frutteti è uno dei punti qualificanti di Zespri: packaging riciclabile al 100% e totalmente tracciabile "per campo, lotto, pedana, anche per contrastare tentativi di contraffazione di un marchio il cui standard performante è ampiamente riconosciuto", dice ancora Vegetti.

Il viaggio organizzato nella giornata del 3 ottobre 2018 ha toccato due delle aziende associate al marchio neozelandese: la Tenuta Anna di Campoleone, 50 ettari con un rapporto 1 a 4 tra SunGold e Greeen, cioè tra kiwi giallo, esclusiva Zespri, e il tradizionale kiwi verde. Qui il cronista ha toccato con mano che è possibile demolire il luogo comune per cui il kiwi sia un divoratore di acqua. Con un certo orgoglio, Marocchi ha mostrato il sistema di irrigazione a goccia e i tensiometri che consentono di "misurare" il fabbisogno idrico preciso degli impianti. In questo modo, l'azienda ha tagliato in pochi anni il 50% dei volumi di acqua per innaffiare.

La tappa finale è stata presso la Tenuta Mirasole di Doganella di Cori, dove la raccolta è già iniziata: un'operazione complessa, ancora svolta a a mano, e delicata: il disciplinare Zespri è davvero rigoroso anche rispetto alle condizioni di assoluta integrità del frutto, le cui eventuali imperfezioni potrebbero danneggiare parte del raccolto.

 

Articolo pubblicato su Fresh Plaza il 4/10/2018.


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